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Educazione socio-affettiva del minore - Fonti

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Fonti

  1. Non si impara ad amare studiando, semmai si impara ad amare meglio coltivando la propria introspezione e conoscenza di sé con buone relazioni e buone letture.
  2. Con questa espressione si intende tutto ciò che durante gli anni di istruzione cognitiva, tra famiglia, scuola e società, un individuo effettivamente riterrà per sé delle conoscenze apprese e che andranno a costituire in quota parte l'essenza della sua unicità.
  3. Tonelli A. (2003), Politica e amore. Storia dell’educazione ai sentimenti nell’Italia contemporanea, Il Mulino, Bologna.
  4. Si sono tralasciate le pur interessanti posizioni più moderne della psicologia infantile per evitare di perderci in un dedalo di distinguo che né l'autore, né il genitore lettore possono facilmente dipanare, chiarire e soprattutto applicare senza una esperta guida psicologica.
  5. Lo stesso bullismo è fenomeno di emarginazione di un giovane da un contesto di riconoscimento reciproco. Tuttavia al contempo è pratica emarginante del gruppo rispetto al contesto sociale normale.
  6. Sono i casi in cui a fronte di un problema familiare non lo si risolve con il dialogo, ma con una vacanza straordinaria in un luogo incantato o con un oggetto che ha il valore di omologazione nel confronto tra pari. In questo caso chiaramente il problema non è risolto, ma solo rimandato.
  7. Non sono rari i casi di adolescenti che si ribellano e che appena raggiunta la maggiore età lasciano la casa accogliente per cercare una dimensione propria differente dal modello della famiglia accogliente e differente dal modello della famiglia di origine. In alcuni casi gli esiti sono stati positivi, in altri tragicamente negativi.
  8. Come dice Goleman: “L'educazione emozionale opera non solo attraverso le parole e le azioni dei genitori indirizzate direttamente al bambino, ma anche attraverso i modelli che essi gli offrono mostrandogli come gestiscono i propri sentimenti e la propria relazione coniugale. Alcuni genitori sono insegnanti di talento, altri un vero disastro.” Goleman, D. (1996), Intelligenza emotiva. Che cos'è e perché può renderci felici, Rizzoli, Milano.
  9. L'amigdala funziona come un sistema di allarme che scatena ansia, apprensione e paura.
  10. Sul ruolo dell'amigdala nelle modificazioni cerebrali si ricordano gli studi ormai classici condotti da Charney. Questo ricercatore ha dimostrato che l'attenuazione è di natura corticale, mentre la paura originale ha sede nell'amigdala dove rimane come segno praticamente indelebile. È la corteccia prefrontale che si attiva per attenuare i segnali che l'amigdala invia al resto del cervello. Charney D. (1993), Psychobiologic Mechanisms of Posttraumatic Stress Disorder, Archives of General Psychiatry, 50, pp 294-305.
  11. Palmonari A. (1993), Psicologia dell'adolescenza, Il Mulino, Bologna.
  12. Goleman, D. (2009), La natura dell'intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano.
  13. Individui con minor quoziente intellettivo in effetti hanno dimostrato di poter ottenere maggiori risultati con le loro azioni rispetto agli altri più dotati, grazie alla componente di empatia ed ascolto di cui invece si mostravano essere ben forniti.
  14. Si noti l'ambiguità del termine “equilibrata”. Equilibrata rispetto a che cosa? Alle regole, all'etica, alla coerenza, ai comportamenti? Il termine è solo una semplificazione che va usata per dare una approssimazione orientativa essendo coscienti di tutte le sfumature possibili del termine.
  15. Si fa riferimento ai memi citati nel capitolo 6, nota 1.
  16. Goleman, D. (1996), Intelligenza emotiva. Che cos'è e perché può renderci felici, Rizzoli, Milano.
  17. Basterà a questo riguardo fare riferimento alla scala dei bisogni di Maslow per comprendere quanto profondo è questo bisogno di esprimere le emozioni nella pratica della vita. Vedi Capitolo 6, nota 19.
  18. Sembra ormai dimostrato che la maggiore predisposizione a disturbi di ansia, depressione ed a tutte le patologie ad esse collegate, sono maggiormente presenti in individui che già da piccoli si presentavano timidi e meno aperti alle emozioni.
  19. La comprensione e la valutazione delle emozioni, le rappresentazioni sociali, le esperienze più o meno positive, il legame con lo sviluppo del pensiero critico, gli aspetti cognitivi e affettivi, le realtà interculturali, il ruolo dei genitori, la formazione del personale scolastico, le difficoltà di integrazione, gli abusi, i problemi alimentari sono temi trattati con equilibrio nel volume: Albanese O. (2008), Competenza emotiva tra psicologia ed educazione, Angeli, Milano.
  20. Ogni famiglia ha sue regole proprie dovute al proprio stile di vita ed al proprio pensare. Bisogna fare attenzione perché ciò che è tollerato in alcune famiglie può non essere tollerato in altre. È necessario che i genitori ragionino sulle regole e concordino assieme su quali sono negoziabili e quali non lo sono, non solo per il normale senso comune, ma anche per le proprie personali convinzioni le quali possono o non possono essere considerate, ma sempre costituiscono una fatica nel modificarle. I genitori in questo devono essere sinceri tra loro per poi giungere ad una coerenza comportamentale che non può essere improvvisata, ma lungamente preparata.

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La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
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