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Gli strumenti Professionali

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Premessa

Prima di iniziare a dipanare gli aspetti pratici dell'accoglienza, è bene definire lo strumentario minimo necessario ad affrontare i problemi della quotidianità dell'accoglienza e della vita familiare. A questo proposito la letteratura scientifica è sterminata1, tanto da essere poco leggibile per chi non è specialista e vuole semplicemente fare un buon uso delle conoscenze scientifiche. Di fronte a questo mare di sapere, come in tutte le cose d'oggi, è opportuno applicare una scelta di buon senso pratico che non escluda la conoscenza approfondita, ma non indulga in essa narcisisticamente2.

Ogni genitore deve trovare un proprio punto di partenza conoscitivo umile, ma consapevole, perché nessuno lo può veramente surrogare nella sua missione: dare significati affettivi e cognitivi a suo figlio. Per compiere questa impresa, scritta nella memoria del tempo, non sono necessari strumenti culturali particolari, ma si deve usare conoscenza ed esperienza con oculata capacità di scelta e di intervento. Il genitore moderno deve avere una conoscenza generalista, ma al contempo deve avere la capacità di approfondire i problemi quotidiani con rapidità. Deve avere dimestichezza con tutte le conoscenze pratiche di cura, ma deve anche essere capace di fare leva sulla costruzione degli affetti e sulla capacità di mettere a frutto l'esperienza che vive giorno per giorno. Tutto questo nella consapevolezza che si può essere ottimi genitori anche senza aver studiato, senza essere colti, senza essere psicologi, senza essere pedagogisti.

Certo oggi è più difficile applicare quel “secondo natura” che proveniva dalla lunga cultura familiare delle famiglie patriarcali. Una volta una giovane mamma sapeva già praticamente tutto dell'allevamento dei figli perché aveva visto accudire i suoi fratelli più piccoli, li aveva accuditi lei stessa, aveva imparato dall'esempio di mamme e nonne. Oggi questo contesto familiare non esiste più ed è quindi necessario rivolgersi a letture che facciano comprendere la realtà del bambino nella famiglia, a scuole per imparare come fare (dai corsi premaman a quelli per genitori), ma soprattutto bisogna avere la capacità di imparare dalle proprie esperienze avendo cura di non sbagliare troppo e di rimediare in caso di errore3. Come si può capire non esiste una formula, un modello da applicare come tale, né esistono specialisti o depositari del sapere che ti possano dire come fare (semmai suggerire...).

Nella società contemporanea, che ha perso tante conoscenze di esperienza familiare, ci si deve porgere alla genitorialità di accoglienza avendo ben presente cosa si sta facendo, avendo chiaro quanto si è disposti a spendere, avendo ben presente quali strumenti si devono usare, ma anche quali strumenti si potrebbero usare. Come in ogni condizione del contesto sociale moderno si deve soprattutto sapere come muoversi senza peraltro avere la conoscenza di tutto. Questo è il sapere olistico e sincretico esplorato in chiave moderna da molti filosofi, psicologi, pedagogisti4.

Quanto detto può essere immaginato in uno schema di relazione che si basa sul concetto olistico-sincretico dei saperi sulla famiglia (una espressione difficile per dire una cosa semplice: avere la percezione di “a che cosa serve” prima di avere la conoscenza dei singoli dettagli).

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La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
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