Approfondimento

Approfondimento

Gli strumenti Professionali - Lo sviluppo ecologico della famiglia

Indice articoli

Lo sviluppo ecologico della famiglia

Negli ultimi decenni hanno preso avvio numerose ricerche5 rivolte sia ai sistemi sociali all'interno dei quali l'individuo è inserito (la famiglia), sia all'ambiente fisico che fornisce opportunità e vincoli (la casa, il quartiere, la città, la regione ecc.). Questi studi hanno dimostrato che nella famiglia ogni individuo è un soggetto sociale inserito in un microsistema che fa parte via via di sistemi più complessi tra loro legati da relazioni in un rapporto di reciproca influenza (contesto a struttura ecologica).

L'approccio allo studio ecologico della famiglia ha determinato lo sviluppo di considerazioni a cascata che hanno portato ad un esplorazione minuta della relazione persona/ambiente. Tra queste è opportuno ricordare il lavoro di Minuchin6. Questo autore ha ridefinito il sistema famiglia considerando anche i sottosistemi o “oloni”: tra i componenti del nucleo familiare si possono creare oloni specifici in base alle funzioni e ad interessi comuni (ad es. moglie/marito, madre/figlio, fratello/sorella ecc.). Si viene così a formare una struttura multifunzionale con differenti livelli gerarchici ciascuno con sue regole relazionali. In questo sistema articolato ed evoluto, ogni individuo può appartenere a diversi sottosistemi, nei quali la persona mette in atto modalità diverse di relazione adattandosi per raggiungere quella reciprocità che rende possibile la comunicazione all'interno del sottoinsieme. Per Minuchin, quindi, una famiglia è un sistema che opera tramite modelli transazionali essendo costituita dall'insieme di richieste funzionali invisibili che determinano i modi in cui i diversi componenti interagiscono.

Sulla base di questi studi oggi si considera fondamentale per il benessere della famiglia che i confini fra sottosistemi (oloni) siano chiari e riconoscibili da ciascun membro del nucleo familiare. Pertanto, in ogni famiglia la chiarezza dei confini è parametro di valutazione del suo funzionamento. In relazione a questo, ogni famiglia, come ogni sistema ecologico, è soggetta sia ai cambiamenti evolutivi interni dei suoi componenti e dei sottosistemi, sia alla necessità di costoro di adattarsi al contesto sociale esterno al sistema considerato. In altre parole, la capacità flessibile di rispondere a sollecitazioni esterne ed interne esige una costante trasformazione ed interazione dei componenti della famiglia, i quali possono così subire le loro trasformazioni evolutive in un sistema che si modifica armonicamente nella continuità di tutte le sue componenti.

Questo significa anche che i cambiamenti nell'ambiente possono portare a cambiamenti negli individui se sono adeguatamente sostenuti per migliorare il setting7, ma anche, con gli studi classificatori di Bronfenbrenner8 che lo sviluppo individuale è influenzato da quattro sistemi ambientali che si distinguono sulla base del loro rapporto diretto con l'individuo in via di sviluppo.

Nel suo complesso ecologico il microsistema famiglia rappresenta il primo ambito relazionale essenziale per favorire il benessere dell'individuo e per regolare le relazioni con l'esterno e con gli altri contesti all'interno di una rete sociale (mesosistema) informale. Quest'ultima permette l'interazione con persone in setting differenti; essi possono far parte della famiglia estesa o di diversi gruppi sociali legati al tempo libero, al lavoro, ecc. Le reti sociali del mesosistema favoriscono la valorizzazione del sé, mobilitando strategie di coping e di adattamento alle quali consegue un adeguato feedback.

I supporti formali e professionali forniscono l'insieme di risorse disponibili quali quelle delle organizzazioni educative e sociali (scuola e figure professionali). Infine le politiche sociali e gli aspetti culturali che rappresentano gli elementi macro-sociali che influenzano il funzionamento della famiglia. All'interno di questa impostazione di studio si può parlare anche di ecologiadella genitorialità, soprattutto rispetto all'influenza di fattori, quali etnia/cultura, status socio-economico della famiglia e contesto comunità/vicinato9.

Consideriamo ora in prospettiva ecologica le relazioni che nascono e su cui si fonda il bambino in affido eterofamiliare. In Grosso modo abbiamo tre grossi blocchi d'ambito che gravano sul bambino: la famiglia naturale, i servizi sociosanitari, la famiglia affidataria. Ogni ambito costituisce un microsistema a se stante ciascuno avvolto da un suo mesosistema e da un macrosistema più complesse articolazioni di sottosistemi (oloni). Ogni sistema pensa di operare al meglio per il soggetto interessato (il bambino), ogni microsistema ha suoi condizionamenti determinati da come si manifestano i ruoli (specificità significativa, competenza e professionalità), da come si instaurano le relazioni interpersonali, dalla natura dell'ambiente fisico ed infine dalla qualità delle transizioni ecologiche che si verificano tra i soggetti dello stesso ambito (es. tra padre e madre; tra assistente sociale e psicologo).

Questi legami dovrebbero avere un elevato livello di considerazione e lealtà reciproca, ma nella realtà possono venire minati da derive di pensiero non facilmente governabili soprattutto da parte di chi è in una posizione “forte”. Ad esempio, la famiglia naturale dovrebbe essere aiutata a percepire la propria difficoltà e la necessità di essere sostenuta nel ruolo genitoriale, ma al contempo non si deve far percepire, o peggio esprimere, un giudizio morale negativo da parte dell'operatore o della famiglia affidataria10.

Si consideri ora il quadrilatero costituito da famiglia naturale, bambino, famiglia affidataria e servizi. La sua forma può essere più o meno regolare, ma può anche dilatarsi quando le frecce in grassetto hanno lunghezze differenti. In una situazione di buona prassi dovrebbero avere una forza simile. È una condizione ideale perché significherebbe che tutte le quattro componenti, consapevoli dei loro limiti e delle loro qualità, riescono a mantenere in un equilibrio ecologico corretto sia la situazione specifica sia il retroterra costituito da ciascun mesosistema e macrosistema in cui si trovano ad operare. Basta uno stress con un nuovo evento nel microsistema di riferimento o un evento del macrosistema (cambiamento di una legge o di un disposto regionale) per determinare una differente geometria del quadrilatero.

Non solo, anche il tempo gioca una relazione importante nelle geometrie dell'affido. All'inizio, se consideriamo la prospettiva del bambino, l'importanza percepita è basata sugli operatori perché in essi trova sfogo alle sue ansie. La famiglia affidataria è vista come un qualcosa di pericoloso o comunque di misterioso che, se da un lato lo stimola, dall'altro lo atterrisce dovendo affrontare l'ignoto.

Quando l'affido è invece consolidato, pur mantenendo ottimi rapporti con la propria famiglia naturale, il bambino ha imparato a distinguere cosa può avere in termini di soddisfazione dei suoi bisogni da parte della famiglia affidataria e cosa può avere dalla sua famiglia naturale in termini di risorse residuali. Il servizio psicosociale viene via via ritenuto l'elemento che governa e risolve le sue ansie e lo porta a certezze di riferimento. In questo caso il quadrilatero avrà uno spostamento verso la famiglia affidataria. Tuttavia, se questo spostamento è troppo marcato esiste il rischio di rifiuto della propria famiglia naturale (ovvero bisogna dissuadere il bambino dal confronto e dalla valutazione globale, ma stimolarlo a soppesare le differenze).

Abbiamo sinora ragionato in due casi estremi ed abbiamo inserito alcune delle molte variabili possibili. La significatività (o qualia) del bambino sarà governata nel contesto ecologico del sistema che ruota attorno alla sua percezione di quello che gli sta succedendo.

La generalità di questo approccio è sottolineata anche dal fatto che si potrebbero o si dovrebbero svolgere analisi di conteso frequente anche focalizzando l'attenzione di microsistema sulla famiglia naturale, sulla famiglia affidataria e anche sui servizi. Qualcuno potrebbe obiettare, ma cosa c'entrano i servizi? In effetti, ma avremo modo di ragionare successivamente, anche i servizi non sfuggono a questa logica di analisi perché le loro azioni non sono frutto solo di una asettica professionalità e competenza, ma sono governati da micro- e meso-sistemi che condizionano l'operatore direttamente (la sua situazione personale familiare, il rapporto con gli altri colleghi, la disponibilità di risorse umane e di spesa del servizio, il comportamento del tribunale dei minori ecc.) o indirettamente (le politiche comunali, provinciali, regionali sull'affido o le stesse leggi nazionali). Quindi anche il contesto ecologico di sistema degli operatori può subire condizionamenti che si riversano sugli assistiti.

Affrontiamo ora, seppure in modo schematico una esemplificazione della applicazione dei presupposti ecologici per quanto riguarda il bambino all'inizio dell'affido. In questo caso focalizziamo che il bambino è l'individuo che vive nel contesto del suo microsistema familiare dove le relazioni sono state, per quanto depauperate, per lui altamente significative.

Come sappiamo il bambino percepisce il disagio, ma non riesce a costruire le cause del disagio stesso, magari lo vive con senso di colpa, magari si costruisce una sua nicchia di sopravvivenza. I suoi elementi significativi nel microsistema sono indubbiamente madre, padre e fratelli, nel mesosistema si collocano gli altri componenti familiari parentali che vanno a costituire la prima cerchia esterna rispetto al microsistema famiglia. In progressione esterna abbiamo dapprima tutto quanto lo vede direttamente coinvolto e nell'estremo esterno quanto lo coinvolge indirettamente, e che quindi deve subire. La famiglia affidataria si colloca come un cuneo che attraversa trasversalmente il suo mondo determinando una finestra di visione non solo collocata nella sfera del suo originario microsistema, ma in tutti gli altri riferimenti diretti.

Questo determina un cambiamento non solo di contesto fisico, di ruolo, di relazioni interpersonali, ma un vero macrosistema in cui è accolto che si modificherà con lui: la famiglia affidataria gli fornirà gli elementi che gli mancano alla sua crescita personale e lui fornirà alla famiglia affidataria elementi di cambiamento che coinvolgerà tutto il sistema familiare.

Dopo un certo periodo di attuazione del distacco dalla famiglia naturale, se il trapianto è avvenuto con buona prassi e buon fine, il bambino ha cambiato gli orizzonti e si trova collocato in una dimensione differente: attua un doppio rapporto diadico (madre naturale-figlio; madre affidataria-figlio; padre naturale-figlio; padre affidatario-figlio). Ma non solo ha spostato la prospettiva essendo divenuta la famiglia affidataria il proprio microsistema e la famiglia naturale una appendice sospesa, marsupiale nella quale si rifugia per operare i controlli necessari al mantenimento dei rapporti diadici, ma anche dei rapporti di confine tra gli oloni dei mesosistemi diretti e indiretti.

In questa condizione sperimenta una crescita di autostima e di capacità di governo della situazione che, dopo un noviziato di confusione quasi inevitabile, dato che deve imparare a vivere con due mamme e due papà, lo porta ad una maggiore autonomia e ad una maggiore possibilità di reinserimento nella sua famiglia naturale (quando possibile), o (se non possibile) al passaggio all'adozione.

La famiglia affidataria ha un sistema di relazioni ecologicamente complesse. Il bambino accolto determina uno spostamento non solo sul piano pratico, logistico, ma anche di senso coinvolgendo la famiglia in un processo molto rimodellante costituito soprattutto dalla relazione con i servizi psicosociali e con la famiglia naturale. Questo sistema all'inizio è molto destabilizzante, ma è sorretto dalla motivazione; poi subentra una consapevolezza più pacata e fattiva tra servizi e famiglia naturale. Anche l'operatore psicosociale nell'esercizio professionale si deve confrontare con un sistema relazionale di tipo semi-ecologico.

La grande difficoltà dell'operatore, ma anche della famiglia affidataria, è la tendenza umana a porsi al centro del sistema relazionale, personalizzando il servizio o la cura resa. Al centro, sempre e comunque, dev'essere il bambino perché la famiglia affidataria e il servizio devono essere strumenti per realizzare il bambino e non per realizzare se stessi. In altre parole la loro realizzazione personale deve avvenire attraverso il bambino e non sul bambino.

gea 200x120 blue

La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
Leggi tutto...