Accoglienza Temporanea

Famiglie Senza Confini

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Chi sono i ragazzi che posso accogliere?

Sono adolescenti, minori o neomaggiorenni, costretti a lasciare il proprio Paese e la propria famiglia, a causa di conflitti, persecuzioni o estrema povertà, alla ricerca di una speranza, di una nuova storia, di un progetto di vita. Raggiungo l’Italia dopo un viaggio estenuante e drammatico che spesso ha messo in dubbio ogni certezza, li ha sradicati dalla famiglia, li ha esposti a rischi di ogni tipo mettendo in pericolo la loro incolumità fisica e il loro benessere psicologico.

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COS'È L'ACCOGLIENZA FAMILIARE TEMPORANEA DI UN ADOLESCENTE NON ACCOMPAGNATO?

È’ un’occasione per offrire nuovi punti di riferimento affettivi ed educativi mettendo a loro disposizione anche solo alcune ore del proprio tempo.

È un’esperienza di accoglienza, rispetto, ascolto e attenzione per un periodo massimo di 12 mesi.

È un’esperienza di solidarietà nei confronti di un adolescente .

È una dimostrazione di maturità e di disponibilità a “mettersi in gioco" .

Da sempre la famiglia favorisce l’accoglienza in modo spontaneo; anche a livello istituzionale, è maturata la necessità di promuovere in modo sperimentale progetti d’accoglienza per minori/neo maggiorenni stranieri non accompagnati in collegamento con i Servizi del Welfare Cittadino e le Associazioni del territorio, al fine di garantire risposte adeguate ai bisogni che nascono all’interno della comunità.

L’obiettivo è quello di diffondere la cultura dell’accoglienza e favorire percorsi di sensibilizzazione e formazione delle famiglie disponibili a questo tipo di intervento.

Tutto attraverso la mediazione del Servizio Sociale Professionale, in sinergia con l’equipe del Servizio di Affidamento Familiare Minori del Comune di Bari  e/o Associazioni del privato sociale.

Inoltre si cercherà di definire la metodologia più opportuna per individuare, formare e accompagnare le famiglie accoglienti, gestendo e monitorando i progetti individualizzati (permeati da differenze e specificità).

CHI PUÒ ACCOGLIERE UN ADOLESCENTE NON ACCOMPAGNATO?

Chiunque può rendersi disponibile ad accogliere temporaneamente un adolescente non accompagnato:

  • coppie con o senza figli
  • coppie sposate o conviventi
  • persone single

È importante solo la capacità di accogliere e saper ascoltare il ragazzo nel rispetto della sua identità culturale, sociale e religiosa.

Chi desidera intraprendere il percorso dell’accoglienza familiare verrà seguito lungo un percorso di formazione e di reciproca conoscenza dall’equipe del Servizio Affido della Cooperativa GEA che, inoltre, sarà presente durante tutta l’esperienza supportando la famiglia accogliente sia dal punto di vista psicologico che da quello burocratico.

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UNA FAMIGLIA SENZA CONFINI PUò:

  • Accogliere un adolescente per le ore che avrai concordato e per un periodo determinato;
  • Offrire sostegno, affiancandolo in alcune ore della giornata, aiutandolo a fare i compiti, accompagnandolo a fare sport

ma anche:

  • Trascorrere alcuni fine settimana con lui;
  • Invitandolo a trascorrere una vacanza insieme a te o alla tua famiglia;
  • Partecipare agli incontri predisposti per le attività di sostegno, formazione e verifica del percorso di accoglienza.
  • Vivere un’esperienza forte e coinvolgente di accoglienza, di affetto e di rispetto, ascolto e attenzione che può rivelarsi anche complessa e difficile, ma che alla fine si dimostrerà edificante e stimolante.

SEI PRONTO AD ACCOGLIERE UN ADOlescente non Accompagnato ?

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In alternativa puoi contattare telefonicamente: Ufficio di Piano del Comune di Bari: 080.577.25.16; Responsabili del Progetto: 327.54.75.515

L'equipe del Servizio Affido della Cooperativa GEA, seguirà la famiglia affidataria supportandola sia dal punto di vista psicologico che da quello burocratico al fine di favorire l'ingresso del ragazzo minore o neomaggiorenne in famiglia e, allo stesso tempo, permettere un più agevole disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie.

Alcune Testimonianze

Abdou: il futuro che vorrei

Abodou, arrivato in Italia ha trovato una famiglia pronta ad aprirgli la porta di casa. L’inizio di questa fase lo ha portato a fare chiarezza sul suo futuro e a gettare le basi di un possibile percorso professionale.

Non è stato facile mettere a fuoco i propri desideri: fra dubbi, tentennamenti e difficoltà burocratiche, alla fine Abdou sembra aver individuato una direzione. Con il sostegno delle persone che lo ospitano, Alessandra e Marco, e dell'equipe che lo segue, ha capito di voler lavorare nel settore dell’accoglienza e aiutare altri ragazzi come lui.

A breve inizierà un corso come operatore sociale per richiedenti asilo e rifugiati e frequenterà la scuola guida per prendere la patente.

Ho scoperto di avere dei sogni e delle aspirazioni”, ci dice, e noi non possiamo che augurargli di realizzarli.

Un lieto fine per Anas
Un lieto fine per Anas rifugiato siriano
“Stavo uscendo da casa per prendere qualcosa e, mentre scendevo le scale, mi sono trovato davanti un cecchino”. Colpito in varie parti del corpo, Anas viene curato con mezzi di fortuna in Siria. Decide così di lasciare il suo Paese. Per sopravvivere: va in Libano e dopo in Libia, da dove si imbarca per Lampedusa. Arriva in Italia nel 2015, poi si sposta in Svezia e Germania, dove viene curato sommariamente e dimesso da vari ospedali e, infine, rimandato nel nostro Paese, con la gamba sanguinante, in virtù degli accordi di Dublino. Oggi è in via di guarigione. “Ringrazio le persone che mi hanno accolto, trattandomi come un essere umano e restituendomi la dignità e la speranza di poter ancora vivere una vita”.
Gumbadin e Hajikhan
Gumbadin e Hajikhannon lontano da Kabul
“Noi abbiamo un figlio che vive da solo ed è un po’ più grande di Gumbadin e Hajikhan. Avremmo molto apprezzato, se si fosse trovato in difficoltà come loro, che qualche famiglia si fosse presa cura di lui”. A parlare sono Andrea e Bruna Cavazzana, che nella loro casa ospitano, da aprile scorso, due ragazzi afghani, titolari di protezione internazionale. “Per le nostre convinzioni, che non sono necessariamente religiose, ci siamo detti che era giusto fare qualcosa per gli altri e così siamo entrati in contatto con l’associazione Refugees Welcome Italia che ci fa fatto conoscere Gumbadin e Hajikhan, che vengono da una zona non lontana dalla capitale afghana Kabul”.
Mamadou e Toure
Mamadou e Toureragazza del Gambia incinta
“È stata davvero una giornata gioiosa perché abbiamo dato il benvenuto a Toure, ma sembrava che lui non fosse arrivato solo da 4 giorni. I ragazzi hanno riso e scherzato, utilizzando un gergo tutto loro che a volte facevo fatica a comprendere”. Elvira e Luigi, che da luglio, ospitano Mamadou, del Gambia. “Aiutando una persona in difficoltà, si aiuta se stessi, la propria famiglia, la comunità…è semplice ed è una ricchezza per tutti”, raccontano.

Le immagini qui presenti sono state gentilmente fornite da Refugees Welcome Italia

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La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
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