L'intelligenza emotiva consiste nella capacità di provare emozioni nella consapevolezza empatica che ci porta alla scoperta del vissuto emozionale dell'altro, facilitando i nostri scambi relazionali12.
Numerose ricerche hanno dimostrato quanto lo sviluppo dell'intelligenza emotiva sia importante per ottenere maggior soddisfazione e successo nella vita, molto di più di quanto determinato dall'intelligenza logico-matematica13. L'intelligenza emotiva si sviluppa nell'ambiente familiare e costituisce la base sulla quale si viene a formare l'intelligenza cognitiva e l'intelligenza connettiva. Anche le altre intelligenze che noi stessi esprimiamo, in grande o in piccola misura, hanno questa base imprescindibile.
Questo non significa che obbligatoriamente una persona equilibrata e di successo si formi esclusivamente in un famiglia a stereotipo sociale equilibrato. Sono molte le variabili che entrano in gioco, ma si può dire che vi sono maggiori probabilità in termini statistici che il retaggio genitoriale sia trasmesso ai figli, quindi: se la famiglia è equilibrata14 vi sono maggiori probabilità che il figlio cresca equilibrato, se è squilibrata, il figlio ha maggiori probabilità di avere disagio. L'eredità genetica ha una possibilità di incidenza limitata (alta solo nelle patologie), ma la trasmissione fenotipica di contesto e di allevamento è invece assi elevata15. I bambini cresciuti in assenza di un'educazione emozionale sono portati ad avere difficoltà ad esprimere liberamente i propri sentimenti o di poterli percepire nei volti delle persone che hanno attorno a loro: sono in sostanza emozionalmente più poveri di risorse e di capacità di comprendere le proprie emozioni e quelle altrui. Già dai primi anni di un bambino si può osservare l'acquisizione di questi insegnamenti di contesto che, se adeguatamente sviluppata, può portare innumerevoli benefici alla loro identità futura. Ne sono un esempio le doti di empatia e di altruismo che, se sono state coltivate sin dalla prima infanzia, possono essere loro di enorme aiuto in ogni contesto nel quale sono posti.
Le strategie e le situazioni di lavoro sul minore accolto devono essere indirizzate da parte della famiglia accogliente soprattutto verso lo sviluppo dell'intelligenza emotiva. L'intelligenza cognitiva trova soprattutto sviluppo nella condizione scolastica e di acquisizione di conoscenze nel contesto esperienziale. Il punto cruciale per la famiglia accogliente rimane lo stimolo ad una più efficace intelligenza emotiva distinta in aree di lavoro distinte: consapevolezza di sé, padronanza di sé, empatia, motivazione, abilità sociali. Questi fattori sono acquisiti dal bambino soprattutto in ambito familiare e sono fondamentali per costruire le qualità personali dell'adulto quali: adattabilità, flessibilità, empatia, persuasività, leadership, iniziativa. Un bambino con alte qualità cognitive e deboli qualità emotive troverà difficoltà ad esprimere anche le sue conoscenze, mentre un bambino con minori qualità cognitive e buone qualità emotive troverà il modo di esprimere il meglio di se stesso.
Nella società attuale i bambini divengono sempre più abili intellettualmente (potenziamento dell'intelligenza cognitiva), ma si assiste ad un declino dell'intelligenza emotiva. Questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo16. È necessario insegnare ad autorealizzarsi. L'uomo è una totalità integrata e organizzata con una specifica struttura psicologica che esprime aspirazioni e bisogni: bisogno, motivazione, soddisfazione, realizzazione. Questo è il processo di realizzazione delle proprie potenzialità17.
Educare i bambini accolti, specie se particolarmente aggressivi o timidi, a sopprimere le emozioni, perché considerati sconvenienti o perché possono costituire un vizio caratteriale è sbagliato. I bambini devono essere seguiti e accompagnati verso un governo delle loro emozioni senza per questo sopprimerle. Purtroppo la soppressione delle emozioni è una pratica molto seguita dai genitori che voglio educare i figli ad essere forzatamente forti e da alcuni educatori che ritengono queste espressioni dei cedimenti rispetto al vivere razionale.
I vantaggi non sono solo quelli che si riferiscono alla vita nell'infanzia e nell'adolescenza, ben più ampia è la ricaduta giungendo alla formazione totale dell'individuo adulto determinando una minore propensione all'ansia e alla depressione18. Si deve puntare ad una forma di educazione volta allo sviluppo di una piena conoscenza della propria sfera emozionale e di tutte le modalità con le quali si può entrare in profondo contatto con gli altri: imparando a provare ed a parlare dei sentimenti, bambini ed adolescenti possono comprendere il significato dell'aggressività del maltrattamento, della violenza per sé e per gli altri.
Sebbene si stia diffondendo questo pensiero formativo, ciò che manca ancora è la consapevolezza che l'educazione ai sentimenti deve partire prima dalla famiglia e successivamente deve essere coltivata in ogni contesto nel quale i giovani in un primo tempo e gli adulti poi si trovino ad interagire.
La famiglia è dunque il luogo dove i figli apprendono l'educazione emozionale e la mettono in pratica. Il figlio accolto deve essere seguito in questo percorso con grande attenzione e con grande dedizione. Sia per attenuare le precedenti esperienze negative, sie per fargli apprendere la base del vivere emotivo, per imparare ad osservare le persone che si incontrano ogni giorno ed a leggere nei loro comportamenti il loro mondo interiore.
La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
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