Approfondimento

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Gli attori dell'Accoglienza - Primo attore: la famiglia naturale

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Primo attore: la famiglia naturale

Generalmente la famiglia naturale si rifiuta di riconoscersi come portatrice di una qualche "patologia" e rigetta ogni riflessione e ogni colpa verso il servizio socio-sanitario (che gli porta via il bambino "ingiustamente") oppure verso la propria condizione socio-economica ("siamo poveri ed è per questo che ci hanno portato via il bambino")10, oppure verso il "malanimo" e la "discriminazione" che le istituzioni sociali hanno verso di loro (scuola, polizia, ecc.). Questo succede soprattutto nelle famiglie non socialmente integrate che difendono la loro esistenza con una chiusura di confini che il figlio per la sua stessa natura sociale rompe e quindi diviene elemento di pericolo da reprimere e ricondurre alla funzionalità familiare originaria. In questi casi manca la flessibilità al nuovo che il figlio determina e quindi viene visto come elemento che può distruggere la condizione di isolamento protettivo che la coppia attua per il proprio esistere11.

La famiglia naturale si trova ad essere nella condizione del malato che non riconosce la propria malattia e di conseguenza del paziente più difficile da trattare. A causa di questa sua disposizione l'intervento dei servizi su di essa è alquanto problematico poiché non può reggersi sulla condizione di terapia coatta, imposta12. L'operatore può solo determinare condizioni che suscitino una riflessione a partire dalla privazione del bambino (unico atto coatto compiuto dal tribunale per la salvaguardia del bambino e non per punire i genitori).

In linea teorica il protocollo di intervento degli operatori sociosanitari dovrebbe essere quello di agire nel tempo sulla riflessione, sul riconoscimento dei fatti, sulla volontà di rimediare, sulla accettazione di essere aiutati, sulla guida tutoriale di assistenti sociali, psicologi sulla base anche dei rapporti con la famiglia affidataria o alla famiglia accogliente che funge da appoggio e da riferimento verso una loro autonomia relazionale che permetta il ri-inserimento del bambino13. Questo processo è assai complesso ed esige un lavoro di recupero sociale di alta specializzazione da parte degli operatori, un lavoro in cui il tempo, l'accettazione, la motivazione, le qualità umane e professionali degli operatori sono messe a dura prova14.

Nella buona prassi gli operatori sono agenti di cambiamento sociale, di riferimento costruttivo per i genitori naturali. Nella mala prassi essi divengono i controllori, persone da tenere a distanza, da imbrogliare, da non fidarsi perché fonte di ogni problema. Si noti l'ambivalenza di questa posizione con la possibilità di derive autoprotettive da parte della famiglia naturale che si chiude a riccio perché non vuole essere "aperta", vivisezionata" dall'operatore, ma al contempo con le possibili derive determinate dal servizio che sceglie scientemente il ruolo di controllore senza peraltro determinare alcun vero intervento per migliorare la condizione sociale e relazionale della famiglia naturale. È un intervento difficile che richiede tempo e alta capacità e quindi se l'operatore è impreparato su piano motivazionale o anche professionale, tende a non impegnarsi più di tanto su questo fronte che certamente non è per lui fonte di molte soddisfazioni nel sistema dei servizi psicosociali.

Gli interventi in ambito assistenziale e riabilitativo per la famiglia naturale depauperata dovrebbero prefiggersi due scopi fondamentali. A livello individuale, dovrebbero far tesoro della flessibilità e delle potenzialità di sviluppo e di coinvolgimento attivo del singolo genitore, al fine di mobilizzare le sue risorse in vista del perseguimento di obiettivi autodeterminati. A livello di coppia, dovrebbero offrire adeguate e significative opportunità di integrazione e socializzazione in attività di gruppo guidate15.

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La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
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