Approfondimento

Approfondimento

Le dinamiche dell'Affido - 3. Affido etero-familiare: riflettere

Indice articoli

3. Affido etero-familiare: riflettere

Aspetti generali

Nell’accogliere entriamo in un mondo sconosciuto in cui tutte le relazioni devono essere sperimentate personalmente. Nella nostra società, organizzata ed efficiente, molti compiti che una volta si riflettevamo sui genitori sono oggi delegati, anche se impropriamente: esiste il rischio della delega, rischio subdolo in cui nel frenetico vivere spesso si incorre. Un esempio. La scuola educa, ma questo non significa che i genitori per questo sono esonerati dalla cura all’educazione dei figli. Ancora, alla sanità abbiamo delegato la salute dei nostri figli, ma non ci esime dalla loro cura per il loro benessere, E ancora, la tata ci sostituisce quando noi non possiamo essere presenti con i nostri figli, ma non ci solleva dallo svolgere i compiti primari della mamma e del papà. Il rischio della delega comporta anche derive…che fanno dire: “il tempo che dedico a mio figlio è poco ma è altamente qualitativo”. Frase infelice e presupponente perché il figlio ha proprio bisogno del tuo tempo, della tua dedizione, della tua cura, nei silenzi, nel conversare quieto senza limiti, nella presenza attiva e passiva. prima di intraprendere un cammino di accoglienza, qualsiasi esso sia, è necessario fare un bilancio del nostro tempo e delle nostre priorità: i nonni non bastano, le tate non bastano, la scuola non basta, le attività sportive o sociali non bastano…….

Affidamento vuoi dire infatti entrare in rapporto con tutto “l’altro” che il bambino presenta come storia individuale e familiare; vuoi dire entrare nel suo mondo per cercare di comprenderlo e non per giudicarlo. È un’esperienza che va in direzione diametralmente opposta a quella del possesso. "L’affidamento familiare è sempre un trapianto e come tale può provocare anche reazioni di rigetto“. La psicologa Vittoria Sanese è molto esplicita nel mettere in guardia le famiglie dalle possibili reazioni psicologiche imprevedibili che possono scattare nel momento in cui fanno un’accoglienza al loro interno.

L’esperienza conferma questa problematicità che deve indurre non a rinunciare alla scelta, ma semmai a prepararsi con scrupolo ed a ricercare e pretendere le relazioni ed il sostegno giusti. Tra i rischi principali, ben noti a chi ha ormai una lunga esperienza in materia, c’è una eventuale motivazione sbagliata, quali una speranza di risposta a problemi personali o della famiglia, una motivazione solo sociale o la ricerca di soddisfazione. Queste motivazioni da sole sono pericolose per sé e per chi è accolto e non bastano se non sono accompagnate da una presenza chiara di sentimenti originari fondamentali che debbono essere alla base della famiglia, sempre, in tutte le sue relazioni interne e non solo in caso di accoglienza di un nuovo membro proveniente dall’esterno. Sentimenti fondamentali quali l’amare, onorare ed accettare l’altro per quello che è e non per quello che vorresti.

La famiglia affidataria deve sempre stare in guardia dai rischi di sentirsi onnipotente e capace di affrontare tutte le situazioni; di vedere la famiglia d’origine come pericolo; dal gravare l’affidato di attese e missioni troppo onerose come il volerne un recupero repentino e totale o pretendere di recuperare attraverso di lui propri fallimenti e frustrazioni. Non è né opportuno né utile cedere alla tentazione di caricare di un eccesso di interventi l’affidato. L’efficacia non sta negli interventi che a volte rendono infelice l’accolto, ma “è la struttura in sé della famiglia che libera e l’educazione e la formazione avviene per osmosi e non per intervento o attraverso le parole” (che peraltro incidono nella comunicazione per non più del 5%).

L’affidamento è dunque l’affermazione di un diritto, quello di “salvare” un bambino con la sua famiglia, in attesa di un cambiamento di quest’ultima. In quest’ottica diventa compito della società sostenere le famiglie affidatarie perché, attraverso la creazione di legami solidali, danno forme concrete a un nuovo modello familiare in grado di reggere le sfide della società complessa.

Aspetti specifici. Data l’importanza del ruolo che la famiglia affidataria riveste è interessante comprendere le dinamiche e il funzionamento di tale tipologia familiare che potrebbero in alcuni casi esacerbare i problemi comportamentali ed emotivi dei bambini in affido, così come risulta rilevante indagare comportamenti e soluzioni che potrebbero prevenire e mitigare problematiche future.

I parametri da valutare nell’esperienza di affido sono: il comportamento genitoriale, il clima e il funzionamento familiare e coniugale. Inoltre, un’area di estremo interesse per comprendere il funzionamento delle famiglie affidatarie è quella legata ai rapporti tra il minore in affido e gli altri figli naturali della coppia e ai significati che questa esperienza riveste per la famiglia e per l’individuo.

Le famiglie affidatarie si caratterizzano come composte da una coppia coniugale in cui nella maggioranza dei casi gli uomini hanno un’età compresa tra i 36 e i 45 anni, mentre per le donne l’età si abbassa leggermente. E’ possibile ipotizzare che gli affidatari si sentano pronti ad affrontare il percorso dell’affido in una fase più avanzata del ciclo di vita, quando si è raggiunta una maggiore stabilità lavorativa e per questo le energie sono meno focalizzate sull’affermazione sociale del sé, e vi può essere anche lo spazio per l’apertura verso il sociale. Molte coppie, infatti, affrontano l’affido in presenza di figli naturali abbastanza grandi al fine di poter dedicare energie fisiche ed emotive al nuovo arrivato. Inoltre, la presenza di «fratelli» più grandi può’ aiutare il bambino affidato a non sentirsi in competizione con i figli naturali della coppia; questo tuttavia non tutela del tutto dalla possibilità che abbiano luogo reazioni di gelosia.

gea 200x120 blue

La GEA Società Cooperativa Sociale è una Cooperativa Sociale di tipo “A” (L.381/91), finalizzata alla gestione dei Servizi Socio – Sanitari ed Educativi.
Nasce a Bari–Palese nel giugno 1984 e nei diversi anni di attività ha sviluppato nell’ambito dei territori d’intervento, una rete socio–assistenziale ed educativa territoriale, sia con ...
Leggi tutto...